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Sto buono e mi lascio scrivere

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Sto buono e mi lascio scrivere
da quelle parole che possiedo di
dentro, più simile ad un barbone che addobba
di rimedio uno storto alberello
di Natale con quattro ninnoli
raccattati in strada che non a un vero
poeta: la sappiamo entrambi
la fragilità del darsi dei nomi,
veri o falsi incapaci di vita.
Non è un cielo sereno oggi:
c'è del grigio che incupisce l'aria
e scolora negli occhi una speranza
di luce. Una stanchezza mi prende
anche alla storia, avrei fatto a meno
di certe faccende, però gettati
nel mondo non siamo altro che passaggi
inquieti e inquietanti, un po' fiori un po' puzza
destinati a sorreggere petali
di marmo offrendo il bianco alla terra.
Intanto mi riscrivo la vita
mutando il tempo con la memoria
e non importa se falsa il segno
uno sguardo di sogni o il dramma
vela con un sudario d'inganni,
perché se ogni attimo è buono per morire
allora vale ricercare sotto il cielo
un po' di terra trasfigurata in bellezza.

 Gil - 17/10/2022 13:54:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Salvatorissimo: grazie!

 Salvatore Pizzo - 16/10/2022 01:24:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Ah che bello starci sotto questo"storto alberello", leggendo e fantasticando "un po’di terra trasfigurata in bellezza."
Un caro saluto e grazie

 Gil - 15/10/2022 13:07:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Franca, Luca: grazie fi cuore.

Un caro saluto

 Luca Gamberini - 13/10/2022 11:15:00 [ leggi altri commenti di Luca Gamberini » ]

Un po’ di poesia si respira ancora qua dentro,
i barboni ci salveranno dagli storti versi.

 Franca Colozzo - 12/10/2022 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

La ricerca di terra trasformata in bellezza stupisce sempre il viandante che sa fare sua la meraviglia. Ma occorrono occhi che sappiano guardare oltre le apparenze di questa fragile vita tra marmorei sepolcri, speranze sopite e soffi di vita abbandonati sotto un cielo indifferente.
Anche tra aria incupita, storia incartapecorita su memorie estinte, strappi mai ricuciti, umana incapacità al perdono, ecco che la poesia si libra in alto per afferrare almeno il saettare improvviso del sole tra cumuli tempestosi annodati tra loro.
La stanchezza di questi tempi ci unisce tutti in un pianto corale, più o meno evidente, ma sempre presente in molte poesie.
Molto efficace è la parola quando esce di getto, prende la tua mano e la conduce lungo sentieri inesplorati. Buonanotte.

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